Il raccolto dell’estate è terminato. Ciò che rimane di pomodori, zucchine, melanzane, cipolle, fagioli, fagiolini – il più solo fogliame – viene estirpato. Il terreno viene cosparso di letame (e qui non manca proprio, la produzione è copiosa); poi si ara e si fresa la terra, rivoltando le zolle che così potranno assorbire gradualmente il concime. Siamo pronti per la semina delle verdure invernali (cavoletti, porri, finocchi..). C’è lavoro per tutte le stagioni. La terra è dura da coltivare, anche con l’ausilio delle macchine, perché è… bassa! Ma la soddisfazione di raccogliere e offrire una verdura che sa di … verdura è tanta. Cosa che in città non si prova così facilmente, neanche nei posti migliori.
Anche spogliata dai suoi frutti la terra è affascinante ed evocativa. Questo è l’orto appena arato. Sembra un dipinto, un’armonia musicale. Perlomeno così appare a noi.